Tè, tisane e caffè parte V: Il Tè Bianco

fotolia_14136437_XSTra i molti tipi di tè i più nobili sono i bianchi. Alcune varietà sono così pregiate che in tempi antichi erano appannaggio esclusivo dell’imperatore: nessun altro poteva consumarne senza rischiare punizioni severe, e solo giovani fanciulle consacrate armate di forbici d’argento potevano raccoglierne le foglie, alle prime luci dell’alba.

Fortunatamente oggi ognuno di noi può sentirsi per un istante l’imperatore della Cina e concedersi questa sublime coccola: il gusto dei tè bianchi è delicatissimo, manca dei toni erbacei tipici dei tè verdi e ha una fragranza dolce difficile da descrivere. Il motivo del gusto ricercato è che per fare un tè bianco si usano solo le foglie dei germogli appena spuntati, quindi le foglie più tenere, e ancora ricoperte da una lanugine biancastra (da cui il nome tè “bianco”). Le foglie sono rigorosamente raccolte a mano da piante selezionatissime e il periodo di raccolta si concentra in una manciata di giorni all’inizio della primavera, prima che si schiudano i germogli; eventualmente c’è una seconda raccolta a fine estate, clima permettendo. Una volta raccolti i germogli della camelia, la lavorazione è particolare: subito dopo il raccolto i germogli vengono fatti appassire al vapore e poi essiccati lentamente (facendo attenzione a non attivare in alcun modo i processi ossidativi) e infine confezionati, saltando le fasi di arrotolamento e fermentazione che invece affrontano le altre varietà di tè.

PROPRIETA DEI TE’ BIANCHI

La mancanza di ossidazione regala al tè bianco delle proprietà superiori rispetto agli altri tè: ha un contenuto di caffeina particolarmente basso, è più ricco di antiossidanti rispetto al té nero e al té verde, quindi aiuta di più a prevenire l’invecchiamento. Può essere utilizzato per prevenire diversi tipi di cancro (esempio: al colon, prostata e stomaco) perché è ricco di flavonoidi. Fa bene all’apparato circolatorio: Fluidifica il sangue, migliora la funzione delle arterie, aiuta ad abbassare la pressione sanguigna, contenendo catechine riduce il colesterolo cattivo e aumenta quello buono, riduce lo zucchero nel sangue e allevia i sintomi del diabete, fa anche bene al cuore. Aumenta la densità ossea, quindi fa bene a chi soffre di artrite e osteoporosi. Uccide i batteri che causano placca, carie e alito cattivo. Contiene flsilver-needleuoro, che mantiene i denti sani. Rende la pelle luminosa e sana; riduce lo stress e, grazie alla sua azione di accelerazione del metabolismo, coadiuva una dieta ipocalorica. Funziona infine anche come energizzante naturale.

Attualmente il più importante bacino di produzione di tè bianchi è la provincia di Fujian in cina, e tra i tè bianchi le varietà più diffuse sono:

  • Pai Mu Tan, o Peonia Bianca, è un tè molto buono e, secondo gli esperti, il suo gusto particolare (fresco e leggermente pungente) deriva dal fatto di essere fatto essiccare alle rigide temperature notturne di alta montagna.
  • Yin Zhen, o Aghi d’Argento, è sicuramente il più pregiato tra i tè bianchi. Il gusto di questo tè è davvero straordinario: delicato, con indefinite reminescenze di fiori e frutti, veramente è in grado di stimolare la parte più alta e spirituale della persona.
  • White Monkey, o Scimmia Bianca, parente nobile del Green Monkey, deve il suo nome alla leggenda secondo cui l’imperatore addestrò le scimmie per raccoglierne i germogli, dal momento che crescono sui rami più alti dei secolari alberi di camelia. Non manca di nessuna delle caratteristiche peculiari dei bianchi.
  • Pu-Erh bianco, di non facile reperibilità, ciò che caratterizza i Pu-Erh è la provenienza dalle regioni dello Yunnan e la particolare lavorazione, con la compattazione finale in panetti di foglie pressate. Anche dei tè bianchi possono subire lo stesso trattamento, che non toglie loro le loro caratteristiche superiori. In particolare, ci si trova di fronte ad un tè di ottima qualità, dal colore chiarissimo e il gusto molto delicato con una certa prevalenza di albicocca.

Tè, tisane e caffè parte IV: Il tè NERO

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Il tè nero è un tipo di tè che si differenzia dal tè verde per il tipo di lavorazione. Infatti la pianta di provenienza è la stessa: la Camellia sinensis (o Thea sinensis). Le foglie di camelia destinate a diventare tè nero dopo essere state raccolte subiscono quattro fasi di lavorazione: appassimento, arrotolamento, fermentazione e essiccazione: le foglie vengono messe ad appassire e poi, quando sono ancora morbide, arrotolate senza spezzarle (L’arrotolamento fa fuoriuscire gli olii essenziali dalle foglie e contribuisce a fissare l’aroma e il colore finale del prodotto, successivamente le foglie vengono srotolate in un luogo freddo e umido e lasciate ad ossigenarsi per almeno 3-4 ore. Il contatto con l’ossigeno produce la fermentazione e fa colorare le foglie verdi di rosso. 
Infine si procede con l’essiccazione che scurisce ulteriormente le foglie e ne blocca il processo decompositivo. Durante questo processo il tè si ossida, reazione che invece non avviene nel processo di lavorazione del tè verde.

tè Oolong
tè Oolong

Il tè nero di qualità migliore è prodotto principalmente in India, Nepal, Sri Lanka e Cina (specialmente nello Yunnan e nel Fujian), mentre a Taiwan si coltiva principalmente il tè Oolong. Il tè Oolong, detto anche tè blu, è un tè semi-ossidato: è un tè intermedio tra nero e verde, povero di teina e con foglie attorcigliate: le foglie hanno subito una breve ossidazione, non sono più tè verdi ma non sono ancora tè neri.

Siccome da sempre in Inghilterra si consuma quasi esclusivamente il tè nero, e per via del suo passato coloniale è stato il primo Paese ad avviare la coltura di tè in larga scala, i termini per classificare il tè nero sono tuttora in inglese. Qui di seguito spieghiamo brevemente i termini di classificazione:

BLEND: In italiano si traduce “miscela”, significa che si ha tra le mani una miscela di vari tè provenienti da paesi diversi ma che presentano un profilo sensoriale costante. Di solito si tratta di tè di qualità media mischiati con tè di qualità superiore.

FLUSH: “raccolta”. first flush indica un tè raccolto in primavera (in genere tra aprile e maggio), second flush indica un tè raccolto in estate (in genere tra giugno e agosto) e autumnal flush indica un tè raccolto in autunno (in genere tra novembre e dicembre).

GRADE: Indica la images_oyaidimensione delle foglie, che può essere LEAF (foglia intera), BROKEN LEAF (Foglia rotta), FANNING (foglia rotta in pezzi molto piccoli, poco più grandi di una polvere) e DUST (polvere).

 

Fanning e Dust sono foglie destinate a diventare bustine da tè; invece per i tè Leaf e Broken Leaf c’è un’ulteriore classificazione: il tipo di foglia che forma il tè:

P = Pekoe = Parte apicale della pianta

OP = Orange Pekoe = Raccolta tardiva senza germogli

FOP = Flowery Orange Pekoe = 10% di germogli (raccolto fine) e il resto di raccolto maturo

GFOP = Golden Flowery Orange Pekoe = 30% di raccolto fine e 70% di raccolto senza germogli

TGFOP = Tippy Golden Flowery Orange Pekoe = 50% di raccolto fine e 50% di raccolto più maturo

FTGFOP = Finest Tippy Golden Flowery Orange Pekoe = Raccolto fine ma con germogli in via di sviluppo

SFTGFOP = Special Finest Tippy Golden Flowery Orange Pekoe = raccolto fine di 1 germoglio e 2 foglie ancora piccoli


Più la sigla è lunga, maggiore è la presenza di gemme apicali, quindi migliore è la qualità del tè.

Pekoe deriva da una parola cinese che significa “dalla barba bianca”, e si riferisce al pregiato germoglio apicale, coperto da una tenera lanugine bianco-argentea. “Orange” è un’indicazione di qualità e non indica il colore arancio. Per indicare che si tratta di una foglia rotta basta anteporre la lettera B alla sigla P o OP.

Ma quali sono le proprietà del tè nero?


Il consumo regolare di té nero fa bene alle ossa, al cuore e ai denti perché contiene fluoro, che protegge contro la placca e la carie e favorisce la densità ossea, soprattutto nelle donne (è utilissimo assumerlo durante la menopausa). È anche ricco di flavonoidi, che hanno proprietà antiossidanti. Rallenta la progressione del morbo di Alzheimer e aiuta a combattere il raffreddore. Bere 8 tazze di té nero al giorno aumenta la concentrazione e stimola le reazioni cerebrali. Ricordiamo che il té nero rallenta l’assorbimento del ferro, per cui chi soffre di anemia, o chi è vegetariano o vegano, farebbe bene a consumare il té nero lontano dai pasti.

Liebster Award

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Grazie a Patry di “Le Perle di Patry” che mi ha nominata e che mi ha intrattenuta con il suo blog davvero molto interessante! Vi consiglio di leggere il post del 29 aprile 🙂 qui trovate il suo blog: http://leperledipatry.com

Il Liebster Award è un premio, ideato in Germania,che viene attribuito dai blogger ad altri blogger.Ha lo scopo di far conoscere i nuovi blog più promettenti ed è accompagnato da 10 domande a cui rispondere per farsi conoscere meglio.

Le regole sono queste:

1. Ringraziare il blog che ti ha nominato

2. Rispondere a 10 domande

3. Scegliere 10 blog da nominare

4. Porre 10 domande

5. Comunicare la nomina ai 10 blog scelti

Bene allora cominciamo. Queste sono le mie risposte:

1. Qual è l’argomento principale di cui parla il tuo blog?

Alimentazione, storia dei vari alimenti e ricette gustose!

2. Descriviti con 3 aggettivi

Profonda, Sbarazzina, Affettuosa

3. Come ti vedi tra 10 anni?

Boh.

4. Cosa cambieresti della tua città?

Gli scarafaggi. Non li sopporto proprio ma in questa cittadina sono ovunque.

5. Qual è il piatto a cui non rinunceresti per nulla al mondo?

Passato di verdura e patatine.

6. Hai mai detto: … mi ha cambiato la vita? Se sì, in quale occasione?

Sì un evento mi ha cambiato la vita ma decisamente in peggio. Per cui glisserei sull’argomento.

7. Consiglia un libro ai tuoi lettori e spiega la motivazione.

“Il ciclo della Fondazione” di Asimov. Adoro la fantascienza. Va beh in realtà sono 7 romanzi ma sono uno collegato all’altro.

8. Qual è stato, finora, il giorno più bello della tua vita?

Proprio non saprei.

9. Immagina di poter trascorrere la serata con chi vuoi tu (anche personaggi famosi). Chi sceglieresti?

I miei migliori amici.

10. Esprimi un desiderio.

Essere serena.

Io vorrei premiare:

  1. http://juliarinaldi.com
  2. https://alincucina.wordpress.com
  3. http://foodnuggets.com/
  4. http://langolinodiale.com
  5. http://pegaphoto.com
  6. http://briciolanellatte.com
  7. https://poesilandia.wordpress.com
  8. https://raccontidalpassato.wordpress.com
  9. https://debbiedoodle86.wordpress.com
  10. https://silvia23459.wordpress.com

E queste le dieci domande per voi:

1. Qual è l’argomento principale di cui parla il tuo blog? 

2. Descriviti con 3 aggettivi

3. Il pensiero più ricorrente prima di addormentarti.

4. Dove vorresti vivere?

5. Il tuo libro preferito e perché.

6. C’è qualcosa che vorresti cambiare del tuo aspetto fisico?

7. E c’è qualcosa che vorresti cambiare del tuo carattere?

8. Hai un rimorso? E un rimpianto? se si quali?

9. Descrivici il tuo viaggio ideale.

10. L’amore è?

Marmellata di agrumi e di tarassaco

Petali-Tarassaco-webIngredienti:

_ 1 kg di arance e limoni Biologici

_ 800 g di zucchero

_ Fiori di tarassaco quanto basta

Procedimento:

1) Spremere gli agrumi e grattuggiarne parte della scorza

2) aggiungere lo zucchero e le scorze grattugiate al succo, mettere sul fuoco a fiamma media e cuocere fino a che il composto raggiunge la giusta densità

3) aggiungere i fiori di tarassaco gli ultimi dieci minuti di cottura; a cottura ultimata invasettare

Tarassaco: Crema emolliente per pelli secche

tarassaco-fioreCrema emolliente per pelli secche non più giovani

INGREDIENTI:

_ 25 ml olio di soia

_ 25 ml olio di mandorle

_ 25 g burro di cacao

_ 15 g cera d’api

_ 25 ml di infuso filtrato di tarassaco

_ 0,65 ml di borace

_ 5 gocce di essenza di neruli

PROCEDIMENTO:

1) Scaldare a fuoco lento gli oli; quindi sciogliervi il burro di cacao amalgamandolo

2) far fondere la cera d’api e versarla nel composto mescolando per evitare la formazione di grumi

3) Riscaldare l’infuso filtrato di tarassaco e aggiungevi il borace; poi unire tutto al composto e lasciar raffreddare. Non appena la crema comincia a rapprendere aggiungervi l’essenza di neroli.

Conservare la crema in vasetti con coperchio a vite lontano da fonti di calore. Stendere sul viso ogni mattina.

Tè, tisane e caffè parte III: IL MATE

img_0001Un’antica leggenda narra di Yasin e Araì, due divinità che impersonano la luna e le nubi del crepuscolo, che scesero sulla terra per gioco, vagando tra i boschi.

La loro avventura rischiò di trasformarsi in tragedia quando incontrarono un giaguaro che le attaccò, ma un cacciatore in età molto avanzata giunse in loro soccorso, le salvò e le ospitò nella sua modesta capanna, dove il vecchio viveva con l’anziana moglie ed una giovane figlia.

Le due divinità dopo qualche giorno tornarono nella volta celeste, ma la pallida Yasin non poteva dimenticare l’incontro tenuto nel bosco, ed osservando il vecchio indio dalla volta celeste comprese tutto il valore dell’ospitalità che le aveva offerto nella sua capanna. Allora, una sera, chiese ad Araì: “Non credi che dovremmo premiare quelle care persone?”. “Avevo pensato lo stesso”, rispose Araì. “E poiché tengono così tanto alla giovane figlia, possiamo far sì che il premio ricada su di lei”.yerba-mate1

Da quel momento, le giovani divinità si dedicarono con affanno alla ricerca del giusto premio. Infine, gli venne un’idea davvero originale, e decisero di metterla in pratica. Una notte fecero cadere i tre della capanna in un sonno profondo e, nel mentre, Yasìn sottoforma di bianca donzella, scese nel bosco seminando celesti semenze. Poi tornò al suo posto, nel cielo scuro, e prese ad illuminare fortemente quel luogo, mentre Araì lasciava cadere soavemente una pioggia fina che bagnava la terra fresca. La notte lasciò spazio alle luci del mattino, e nonostante Araì nascondesse i forti raggi solari, la loro opera era conclusa. Davanti alla capanna erano spuntati degli alberi fitti, sconosciuti, ed i bianchi fiori aperti sbocciavano tra il verde scuro delle foglie. Quando il vecchio e la sua famiglia si svegliò, le divinità scelsero di rivelarsi ai loro occi: “Sono Yasin, la dea che abita nella luna, e vengo per premiare la vostra bontà. La pianta che vedete è la yerba mate, e da ora in poi costituirà per voi e per tutti gli uomini di questa regione il simbolo dell’amicizia. E vostra figlia vivrà in eterno, e mai perderà l’innocenza né la bontà che c’è nel suo cuore. Sarà la dama della yerba”. Poi, la donna li fece sollevare da terra dove si erano inginocchiati, e gli insegnò come tostare e bere il mate.

Questa splendida leggenda parla del mate come di un dono degli dèi, ma di preciso, cos’è?

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Albero di Ilex paraguariensis

Il mate, detto anche tè paraguaiense, è l’infusione preparata con le foglie verdi o tostate di un agrifoglio, e cioè l’Ilex paraguayensis. L’Ilex paraguayensis è un albero sempreverde che può crescere fino a 20 m di altezza, appartie ne alla famiglia degli agrifogli e genera delle foglie dure e coriacee. Cresce spontaneo in Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. In alcuni di questi Paesi l‘infuso è conosciuto con il nome di yerba mate e rappresenta la bibita coloniale tradizionale per eccellenza.

I colonizzatori spagnoli appresero la tradizione della preparazione del mate dagli indios guaranì, che lo bevevano infuso in acqua fredda separando le foglie dall’infuso con il labbro superiore. Gli spagnoli sostituirono l’acqua fredda con acqua calda, e aggiunsero una sorta di cannuccia (la bombilla) per poterlo gustare al meglio. Tuttora il mate tradizionalmente lo si beve caldo e servito in un porongo con la bombilla.

CALABAZA NATURAL
Porongo

Che cosa sono?” Alcuni di voi si chiederanno. Lo spiego subito: il porongo (o mate) è un contenitore realizzato con una zucca, oppure in legno, oppure in metallo, dove si prepara l’infuso di mate e da cui lo si beve. Ogni volta che si compra un nuovo porongo bisogna “curarlo” in questo modo (a meno che non sia in metallo o in ceramica): bisogna riempirlo di erba, versarvi acqua calda e lasciarlo in infusione per una intera giornata. Il giorno successivo si svuota e si ripete il procedimento; la stessa cosa va fatta per almeno 4 giorni, meglio se per una settimana. In questo modo il mate si impregna del sapore dell’erba ed elimina sapori estranei; l’acqua che viene buttata via ogni giorno sarà dapprima rossastra (colorata dal recipiente stesso), per poi diventare giallo-verde (colorata dall’erba).

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Vari tipi di Bombilla

La bombilla invece è una specie di cannuccia in metallo o di canna, che da un lato ha l’imboccatura e dal lato opposto un filtro per impedire alle foglie di mate di entrare nella cannuccia stessa.

Attualmente il mate si conferma un infuso molto popolare nei paesi in cui lo si produce, soprattutto in Uruguay, dove è bevuto quotidianamente da gran parte della popolazione. In paesi come l’Argentina, bere il mate è un rito quotidiano in quasi tutte le famiglie e, in alcuni casi, anche negli uffici dove è molto comune vedere professionisti lavorare davanti ai loro computer con una tazza di mate. Bere il mate per gli argentini è un “rituale” così diffuso come per gli italiani bere una buona tazza di caffè o per gli inglesi il tè, e in Argentina il mate viene offerto agli ospiti.

Cebar mate” (che significa “preparare il mate e servirlo”) è un rito che deve rispettare determinati passaggi; il primo è quello di riempire il porongo di mate secco, tapparlo con la mano e capovolgerlo un po’ di volte. Finito il procedimento, sulla mano resterà della polvere che va gettata. Poi si versa l’acqua, che non deve essere bollente ma tra i 70° e i 100°, solo in un punto per bagnare solo una parte di foglie. In quel punto esatto si inserirà la bombilla. Il cebador beve per primo il mate, aspirando l’infuso con la bombilla fino ad esaurirlo e provocare anche il tipico rumore che fa una cannuccia quando finisce il liquido aspirato. A questo punto aggiunge altra acqua e passa il mate a chi è seduto alla sua sinistra: chi lo riceve lo beve fino in fondo e lo rende al cebador, che aggiunge altra acqua e lo passa al secondo invitato, poi al terzo… Si continua facendo circolare il mate anche per ore. Le foglie inizialmente lasciate asciutte sono una specie di riserva: quando le prime foglie sono ormai esaurite, si bagnano le seconde per continuare la mateada e il cebador potrà anche spostare la bombilla nel nuovo punto di infusione. Alla fine l’erba mate sarà tutta sfruttata: si tratta ormai di mate lavado (“mate lavato, slavato”).

Ho comunque aggiunto il seguente link di youtube che mostra come si cura il mate e fa vedere come lo si prepara e lo si serve:

In Argentina, il mate può essere bevuto amaro o dolce, aggiungendo zucchero all’acqua o direttamente nel recipiente.

Il mate lo si può anche bere come un normale té (mate cocido: che tradotto significa “mate cotto”) e freddo: in questo caso si parla di tereré e si usa, invece dell’acqua calda, dell’acqua fredda o ghiacciata; a volte addizionata con il succo di un limone.

Oltre ad essere una popolare bevanda, la yerba mate ha diverse proprietà e ora ne elencherò qualcuna: ad esempio è utilizzata nei sistemi di medicina erboristica in Sud America come tonico, diuretico, depurativo e stimolante per ridurre l’affaticamento, sopprimere l’appetito e aiutare la funzione gastrica. In Brasile si ritiene che la pianta stimoli il sistema nervoso e quello muscolare, ed è impiegata per disturbi digestivi, coliche renali, dolori nervosi, depressione, affaticamento ed obesità. Le foglie in poltiglia vengono anche spesso applicate sulla cute per le ulcere cutanee da antrace.

picAPboutiquePorongoMateAndBombillaGli studi moderni sulle proprietà del mate rivelano che insieme a caffè, tè e cacao, il mate è una delle fonti naturali più importanti di caffeina. Grazie all’abbondante presenza di questa sostanza, l’infuso viene tradizionalmente consumato come tonificante e riequilibrante; nella medicina popolare locale trova impiego anche nella cura del mal di testa, dei problemi digestivi, dei reumatismi e dell’obesità . È anche purificatore del sangue e cardiotonico (tonifica, equilibra, rafforza il cuore).

Il contenuto in caffeina si aggira intono allo 0,5-1,5%, anche se soltanto una piccola percentuale viene estratta durante la preparazione della bevanda. Nell’infuso il contenuto medio di caffeina è circa la metà di quello presente in un’analoga quantità di caffè. Il mate è inoltre una buona fonte di vitamina C ed è ricco di proteine (12%), polifenoli (2%) e minerali come calcio, fosforo e ferro (6%).

Per tutti questi motivi il prodotto essiccato, polverizzato o meno, viene consigliato agli sportivi e come coadiuvante nelle diete dimagranti.

Per riassumere il mate è efficace principalmente come stimolante, tonico (tonifica, equilibra, rafforza tutte le funzioni corporee), termogenico (aumenta la bruciatura dei grassi), nervino (bilancia/calma i nervi), anti-allergico.

L’assunzione eccessiva di erba mate è controindicata per chi soffre di ipertensione, diabete, ulcere e altri disturbi.